9 Aprile 2010 Dopo la firma della convenzione Il Comune manda le attrezzature necessarie per iniziare le attività. Abbiamo di seguito individuato un locale della cantina, dove riporre il tutto, che è stato pulito, riordinato e messo in sicurezza.
Si inizia a preparare anche la prima aiuola adottata all’ingresso del giardino di Via Boccaccio. Alla fine della mattina tutti sono molto soddisfatti, le bambine si sono molto divertite e ci si dà appuntamento per sabato prossimo.
13 Aprile 2010 Il Comune esegue la frisatura del terreno. Il nostro orto comincia ad esistere non solo nelle nostre teste.
14 aprile 2010 I ragazzi delle prime medie iniziano a scendere dalle aule: raccolgono l’erba tagliata e i piccoli pezzi di legno, che saranno poi utilizzati per fare il compost, e i sassi dal terreno arato. Nel corso della settimana scendono ad osservare i primi cambiamenti della nostra striscia di terra anche i bambini più piccoli delle seconde elementari. Poi in classe cominciano a lavorare su quanto osservato facendo dei disegni e iniziando a pensare ad un nome da dare all’orto.
18 aprile 2010 Secondo sabato di lavoro. Si piantano i primi fiori e le prime piantine nelle aiuole adottate con l’aiuto di mamme, papà e nonni. Il gruppo è aumentato e anche cambiato: abbiamo raccolto 12 presenze di adulti, ma sono aumentati i papà, è arrivato un nonno bravissimo, e volti nuovi si sono aggiunti. Aumentato anche il gruppo di bambini, quasi equilibrato tra maschi e femmine, e si sono aggiunti 5 ragazzi di prima media che non si sono assolutamente risparmiati!
E mentre qualcuno fa il “giardiniere”, qualcuno fa il vero “contadino”: un papà dal suo piccolo angolo di campagna a Sesto ci porta il “concime naturale” per il nostro orto. Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che poco lontano dalla scuola ci fosse una piccola fattoria e che avessimo la possibilità di concimare il nostro terreno così facilmente e in modo naturale. Nell’orto naturalmente saranno banditi ogni tipo di concimi o antiparassitari chimici, tutto crescerà secondo natura. E anche gli animali che ci hanno “offerto” il loro prodotto sono alimentati e curati così.
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