giovedì 17 febbraio 2011

domenica 6 febbraio 2011

GLI ALBERI A RADICE NUDA

SCUOLA ELEMENTARE ANNA FRANK - CLASSI TERZE

Il 26 gennaio i bambini e le bambine delle classi terze, nell'ambito del percorso iniziato sullo studio degli alberi, sono andati a vedere come si trapianta un albero "a radice nuda". L'occasione è stata fornita dagli addetti del Comune che nella mattinata eseguivano la messa a dimora di alcuni alberi in via Modena; così i bambini accompagnati dalle loro inseganti e da Geraldina Strino hanno potuto vedere "dal vivo" quello di cui avevano solo sentito parlare in classe.

DALL'HORTUS CONCLUSUS AL MONASTERO DI SAN NICOLAO A SESTO SAN GIOVANNI e oltre……

SCUOLA MEDIA EINAUDI - CLASSI PRIME


Collegandosi al programma di storia che nel corso dell’anno tratta il periodo storico del Medioevo è sembrato naturale occuparsi dei GIARDINI DEI MONASTERI. Si è partiti “dall’hortus conclusus” per approfondire lo studio linguistico dei termini che indicano il giardino nelle diverse epoche storiche e ci si è soffermati in particolare sul “Giardino dei semplici”.



Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, nel 476 d.C., le invasioni barbariche e l'instabilità politica rendono insicure le campagne: le società si ritirano in luoghi chiusi e protetti, i castelli e i monasteri. Anche l'arte dei giardini viene preservata attraverso queste strutture, laiche e religiose, dove si definiscono due tipologie che racchiudono l'essenza del giardino medievale: quella dell' "hortus deliciarum", giardino paradisiaco frutto della cultura cortese, e quella dell' "hortus conclusus", simbolo della Chiesa, in cui si esprimono i principi fondamentali della religione cattolica. Proprio all’interno dei monasteri, il lavoro della terra e la frequentazione delle opere naturalistiche degli antichi consentivano la ripresa della coltivazione di spazi accuratamente chiusi o recintati, divisi in settori rettangolari, separati tra loro da una siepe: nei diversi spazi si coltivavano tanto piante aromatiche e salutari quanto legumi, ortaggi, alberi da frutto per la mensa comune e fiori per l’altare. Per semplice (in latino medievale “medicamentum simplex”) si intendeva un erba medicinale o un medicamento fatto con erbe medicinali. Quindi l’orto dei semplici o giardino dei semplici, era quella zona del monastero deputata alla coltivazione delle erbe e delle piante medicinali.


E forse non tutti i ragazzi sapevano che nella nostra città ci sono i resti, recentemente sistemati e riqualificati, dell’antico Monastero di San Nicolao; si è così organizzata un’uscita didattica che ha permesso di visitare il luogo, conoscere la sua storia e scoprire una parte di Sesto forse non troppo nota.













Il Monastero San Nicolao è l’edificio più antico di Sesto San Giovanni. La prima notizia certa risale al 1102, la leggenda vuole che sia stato fondato da suor Marcellina. Nell’XI secolo il San Nicolao ospitava le suore benedettine cistercensi di Sant’Ambrogio. Le architetture sono trecentesche con 7 arcate ogivali in buono stato di conservazione; il chiostro, a forma rettangolare, originariamente era porticato su almeno tre lati. L’annessa chiesetta romanica, larga 14 metri e lunga 20 metri, è stata demolita nel 1962. Si è così perso un antico trittico; in una teca, a lato dell’altare, erano conservate, fino alla fine del 1800, le reliquie di Sant’Ambrogio. Ancora oggi, nelle strette vie Verdi e Manzoni, circondate da bassi edifici, sopravvivono testimonianze dell’ antica Sesto medioevale.

Ora le classi sono impegnate nella progettazione di un “giardino dei semplici”, con cui parteciperanno ad un concorso del Comune di Sesto San Giovanni dell’Assessorato all’ambiente che premierà il miglio progetto ricevuto. Nel corso della progettazione quindi si studieranno e classificheranno le piante aromatiche e medicinali, i fiori e le orticole indicate nei disegni proposti anche attraverso lezioni nell’orto scolastico per semine e messe a dimora.
Libro per l’anno: IL GIARDINO SEGRETO di Frances Hodgson Brunett
Letture da: I GIARDINI DEL PENSIERO di Francesco Nuvolari